L’artroscopia d’anca è un intervento chirurgico ad invasività minima. Si svolge praticando solo 2 o 3 piccole incisioni cutanee attraverso le quali si inserisce l’artroscopio e gli altri strumenti chirurgici che permettono di eseguire le manovre e le procedure necessarie per trattare le patologie di questa articolazione. In tal modo, i rischi operatori sono notevolmente ridotti e il recupero dall’intervento è decisamente più rapido.
Il medico può raccomandare l’artroscopia dell’anca se si ha una condizione dolorosa che non risponde al trattamento non chirurgico, che include il riposo, la terapia fisica e farmaci o iniezioni che possono ridurre l’infiammazione.
Quali problemi può diagnosticare e trattare l’artroscopia dell’anca?
Oggi questo tipo di intervento è usato per la diagnosi e la cura di una vasta gamma di problemi all’anca, tra i quali:
- Il conflitto femoro-acetabolare. L’impingement o conflitto femoro-acetabolare è una malattia che deriva da una non perfetta conformazione dei capi articolari, che finiscono per urtarsi a vicenda. Esistono due tipologie di conflitto, quello di tipo CAM che presenta un’alterata morfologia della testa femorale, e il tipo PINCER, con un’alterazione a carico dell’acetabolo.
- Le lesioni del labbro acetabolare. Il labbro è una struttura fibrocartilaginea ad anello, fissata al bordo del cotile ed è rivestito in superficie dalla capsula articolare. L’artroscopia dell’anca permette di trattare efficacemente la gran parte delle lesioni del labbro, che possono essere suturate al bordo osseo, regolarizzate o resecate.
- Le lesioni cartilaginee. L’artroscopia consente una completa valutazione della superficie cartilaginea dell’acetabolo e della testa del femore. Le metodiche riparative mirano alla formazione di un tessuto fibrocartilagineo che svolga le funzioni della cartilagine sana. Tra queste vi sono le condroabrasioni e le microfratture.
- La displasia. È una patologia in cui la presa dell’anca è inusualmente debole e porta gradualmente la testa del femore a dislocarsi dalla cavità acetabolare.
- Anca a scatto. È una condizione in cui si avverte una sensazione di scatto quando si cammina, ci si alza da una sedia, o si ruota l’anca. L’anca a scatto generalmente è indolore e innocua, ma talvolta la sensazione può essere fastidiosa. In alcuni casi, l’anca a scatto porta ad una infiammazione delle strutture esterne.
- Borsite trocanterica. È un doloroso gonfiore delle sacche piene di liquido (borse) che hanno la funzione di attutire i movimenti dell’articolazione dell’anca.
- La sinovite dell’anca e altre tipologie di infezione. La sinovite dell’anca è una condizione di infiammazione della cartilagine che riveste l’anca.
- Corpi mobili intra-articolari. Sono frammenti di osso o cartilagine che si distaccano e si muovono all’interno dell’articolazione. Possono essere causati da condromatosi o fratture.
La fase post operatoria
Le dimissioni possono avvenire già una o due ore dopo l’intervento. Dopo la chirurgia si sente un po’ di dolore; questa è una fase naturale del processo di guarigione, ma il medico potrà somministrare dei farmaci antidolorifici.
Il paziente può riprendere la deambulazione assistita già il primo giorno dopo l’intervento chirurgico, con due bastoni canadesi. Nello stesso giorno possono cominciare gli esercizi di fisioterapia.
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